Denatalità, blackout e le partite di pallone febbraio 12, 2020 In Italia per 100 persone che muoiono sono soltanto 67 i bambini che nascono. Lo evidenzia l’Istat. Un dato drammatico sul quale sarà chi è esperto delle cose del mondo a dirci quanto questo sia figlio di un’epoca con un orizzonte corto, nella quale si guarda al futuro più con timore che con speranza. Un economista chioserà che manca il giusto supporto alle famiglie e alla maternità (e sarà difficile contraddirlo). Un sociologo aggiungerà che è l’effetto inevitabile di un individualismo sfrenato, della tendenza a pensare a sé e solo a sé e al proprio piacere, stando alla larga da qualsiasi responsabilità o senso di comunità. Uno studioso di demografia, dal canto suo, segnalerà magari che é un processo inarrestabile e che su scala più larga la popolazione del mondo cresce e occorre fare i conti con un Paese, l’Italia, che ha il 30 per cento di giovani e il 70 per cento di “non giovani” e il nord Africa, lì di fronte, che ha percentuali sostanzialmente invertite. Un esperto di previdenza concorderà, ricordando i conti squassati delle casse previdenziali e la progressiva difficoltà a tenere in equilibrio i versamenti contributivi di chi lavora con i pagamenti delle pensioni. Dopo il giro di commenti tendenzialmente poco o nulla accadrà di concreto. E allora val la pena proporre una azione a costo zero che invece ha già dimostrato di funzionare e che è molto semplice da mettere in campo. A Barcellona ha fatto registrare un +7% di nascite, a Maasdriel, in Olanda, pare addirittura del 44%. Medici e sessuologi nicchiano, ma i dati sono dati. Cosa é accaduto in Spagna e in Olanda qualche anno fa? C’è stato un black out, semplicemente. Di sette giorni in un caso e di tre nell’altro. Ci si è potuti così dedicare meno alle attività lavorative e di svago figlie della moderna elettricità e forse – forse – questo ha contribuito a risvegliare sopite voglie. O a dare occasioni maggiori di piaceri coniugali e non. In quei casi il black out naturalmente non era previsto e ha determinato anche alcuni danni. In Italia si potrebbe programmare: tre giorni senza corrente, ad aprile. Con la primavera, organizzatevi. Nel nome del consumare meno, esaltando all’inverosimile lo spirito delle bella iniziativa “m’illumino di meno”, riducendo i costi e verificando poi l’effetto che fa. Variazioni sul tema possono essere un black out esclusivamente delle reti di comunicazione digitale, voce e dati. O anche il fermo del campionato di calcio per una intera stagione. No, il campionato di calcio no. In quel caso si rischierebbe la guerra civile. Su tutto si può scherzare e quasi tutto può sopportare il bel Paese, men che un fermo alle partite di pallone. Lascia un commento Annulla risposta Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Navigazione articoli Due note sulla Cina, oltre il coronavirusCunti/L’emigrazione da record