Immuni, Roomba e le questioni mal poste
giugno 4, 2020

Compri una tv di marca, Samsung, di ultima generazione, e pensi di essere tu a guardarla e al limite a registrare quello che fa. Accade il contrario: é la tv che è talmente Smart da registrare le conversazioni in casa e inviare i file ad un’altra azienda specializzata nel riconoscimento vocale, la Nuance Communications. É accaduto, già 5 anni fa.
Prendi un aspirapolvere che va per la maggiore, tondo, comodo, che gira solo per casa, il famoso Roomba e non puoi immaginare che mentre pulisce potrebbe immagazzinare anche dati e la mappa di casa tua, per estrarne valore economico, venderla, come ha candidamente detto il suo amministratore delegato tre anni fa.
Non sono casi isolati, é una tendenza diffusa e va ben oltre i giganti Google, Facebook, Microsoft e Apple. Può riguardare un letto (lo Sleeper Number One, per esempio), un termostato (il Nest), finanche una bambola.
“La mia amica Cayla”, tanto amica che dialogando con i bambini, pone anche domande specifiche sulla casa, sulla famiglia – come indicano alcuni reclami – per trasferire poi tutto altrove, tramite Bluetooth.
Che il recupero dei dati sia esclusivamente e prioritariamente funzionale a migliorare i servizi che sono offerti a ciascuno di noi poteva valere in una primissima stagione, ora é una favoletta alla quale non credono neanche i bambini.
Il valore reale é quel che chiamano “surplus comportamentale”. Non è tanto o solo la privacy in gioco che già sarebbe tantissimo. La posta é più alta e va dall’ottica predittiva, dal prevedere con un grado di affidabilità progressivamente più alto, che, sia chiaro, usato in maniera trasparente, consenziente, consapevole, può avere potenzialità positive straordinarie per tutti e per ciascuno, all’obiettivo finale che tanti big player dichiarano ormai da qualche tempo. Non solo predire quel che le persone, i contesti sociali, tendenzialmente faranno. Ma formarli, determinarli. Persone come robot, che sono mossi da lontano e fanno quel che altri chiedono loro di fare, non solo comprare. (Bello l’esperimento con i Pokemon Go, vero?). Se c’è una questione vera, centrale, dove imprese note e ignote, grandi e piccole, giocano spesso sporco e rischiano di fare danni per ora non immaginabili é questa.
Immuni é una app che interviene in un’ottica emergenziale, dichiara quel che farà e punta ad avere una utilità collettiva.
Sollevare un polverone su questo ha senso solo se poi si parla, seriamente, anche dell’aspirapolvere.