Acqua azzurra, oro nero. Sergej che giocava con i pesci. febbraio 20, 2000 (ph: zenot) “Smettila di giocare con i pesci” ripetè Vladimir al fratello minore con tono di finto rimprovero “con questo fatto di Baliq finisce che rientriamo sempre abbastanza tardi per prenderle”. Baliq era l’ amico branchiato di Sergej: riconosceva le ondulette che Sergej provocava con la mano, sfrandagliando il cheto velo del lago salato. Baliq lo riconosceva e sprizzando bollicine si avvicinava a solleticarlo. Almeno questo si sentiva ripetere, perplesso, Vladimir, che aveva provato più volte a fendere l’acqua, provocando immediatamente scie di pesci in fuga. Sergej e Vladimir erano i figli del lago salato: una distesa limpida di acqua, tanta tanta acqua: fino all’orizzonte e fino al centro della terra. “Il quarto lago al mondo per grandezza dopo il mar Caspio, il lago Superiore ed il lago Vittoria” secondo i testi di geografia. Ma Sergej e Vladimir erano sicuri che invece era il lago più grande al mondo in assoluto e che gli studiosi ed i giornalisti stranieri non osavano confessarlo. Oggi il problema è superato: il lago salato non è il più grande al mondo e anche Sergej e Vladimir lo sanno bene. Aral non è più un lago, ma un’immensa steppa deserta tra Uzbekistan e Kazakistan, dove, però, restano inesorabili segni di quello che è stato: le carcasse dei pescherecci, come enormi cappelli dimenticati dai guitti in un teatro dopo l’ultimo spettacolo. Vladimir oggi lavora nel giacimento di petrolio trivellato nel letto del lago, Sergej fa il pescatore nel mare del Caspio, Baliq non lo solletica più. Lascia un commento Annulla risposta Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Navigazione articoli “Il tormento e l’estati”quando a Napoli arrivò la prima retrospettiva di Damien Hirst